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5 cose da sapere sul pannello fotovoltaico da appartamento

L’impianto fotovoltaico da appartamento o da balcone è una valida fonte energetica alternativa e un alleato contro le bollette. Scopri di più leggendo l’articolo.

Mai come in questo momento la possibilità di autoprodurre parte dell’energia per i nostri consumi domestici, riducendo quindi la bolletta, ha rappresentato una grande opportunità. Per questo motivo molti di noi stanno valutando di dotarsi di un prodotto come il fotovoltaico da appartamento che si installa in maniera semplice sul balcone o sulla parete in corrispondenza di una finestra e ci permette di autoprodurre energia per i consumi domestici.

5 cose che non sai sul fotovoltaico da appartamento

Tuttavia, ci sono ancora una serie di dubbi che ci frenano nell'acquisto di un pannello fotovoltaico da balcone. Chiariamoli insieme:

 

1. Di quali pratiche e autorizzazioni burocratiche necessita?

Nessuna, non è necessaria nessuna pratica o richiesta di autorizzazione, la burocrazia è praticamente inesistente. L’installazione del pannello rientra infatti tra gli interventi in “Edilizia Libera”, ad eccezione di installazioni in centro storico o con vincoli di paesaggistica. Inoltre, non è necessaria nemmeno l'autorizzazione del condominio per installare un pannello come questo, secondo l'art. 1122 bis del Codice Civile è sufficiente una comunicazione preventiva.

 

2. Quanto produce un pannello fotovoltaico da appartamento? Cosa riesce a coprire?

Le dimensioni ridotte del pannello, rispetto ad un impianto fotovoltaico da tetto, comportano naturalmente una produzione inferiore, ma ciò che bisogna davvero domandarsi è se acquistare un pannello da balcone possa rappresentare o meno un vantaggio, sul medio-lungo periodo. Il pannello produce circa 470kWh l’anno, e l’energia prodotta riesce a coprire quei consumi a cui normalmente non pensiamo come il frigorifero, il televisore o il condizionatore a regime. Questi consumi spesso passano inosservati, ma arrivano a pesare in modo consistente sulla bolletta. Coprendoli con la produzione del pannello da balcone, ogni anno si riesce ad avere un risparmio pari a circa il 25% sui consumi in bolletta, e si evita l’emissione di una quantità di CO2 pari a quella assorbita da circa 10 alberi, rendendo la scelta del fotovoltaico da balcone decisamente sostenibile da tutti i punti di vista!

 

3. È complicato installarlo? È necessaria una ditta specializzata?

Plug & Play “letteralmente” sta per “Collega e Usa” e si riferisce a quei prodotti che non hanno bisogno di complicate configurazioni, ma sono subito funzionanti dal momento in cui viene inserita la presa. Viene definito così anche il fotovoltaico da balcone, proprio perché la sua installazione non deve essere fatta necessariamente da un tecnico specializzato e, una volta collegato alla presa elettrica dedicata, il pannello inizia subito a produrre. Inoltre il pannello fotovoltaico da balcone ha il grande vantaggio di poter essere installato da chi non ha un tetto di proprietà, proprio per le sue dimensioni ridotte. Tecnicamente, non è nemmeno strettamente necessario avere un balcone, perché lo stesso pannello può anche essere acquistato con un kit di montaggio per parete.

Questo si traduce in un risparmio di denaro e di tempo, perché non si dovrà fare riferimento a una ditta esterna. L’esposizione ottimale è quella a Sud, che garantisce un’esposizione ai raggi solari più prolungata nel corso della giornata, tuttavia il pannello mantiene buoni livelli di produzione anche con l’esposizione Est/Ovest. L’inclinazione del pannello che permette una produzione più efficiente è quella di 25 gradi.

 

4. È necessario un sistema di accumulo?

Data la semplicità, la velocità di installazione e l’ingombro ridotto di questo tipo di impianto, naturalmente la produzione è inferiore rispetto ad un vero e proprio impianto fotovoltaico installato sul tetto, e quindi c’è chi si domanda come si può fare per aumentare la produzione di energia di questo prodotto. In condizioni normali un appartamento è sempre in grado di assorbire l’energia prodotta dal pannello, quindi il collegamento a un sistema di accumulo sarebbe del tutto superfluo. È possibile però installare più di un pannello Plug&Play, riuscendo così a coprire una porzione maggiore dei nostri consumi. Fino a 2 pannelli è possibile farlo senza richiedere alcun permesso. Da 3 pannelli in su, invece, si supera il limite degli 800W di potenza e si deve seguire la stessa procedura degli impianti fotovoltaici standard.

 

5. Ci sono costi di smaltimento?

Abbiamo visto che le principali resistenze verso i benefici di un pannello fotovoltaico Plug&Play sono infondate, quindi adesso non ci resta che rispondere all'ultima domanda. No, non ci sono costi di smaltimento.

Il pannello ha una vita media di circa 30 anni, e al momento della sua sostituzione sarà sufficiente portarlo a un centro di raccolta RAEE per ottimizzare il processo di riciclo dei materiali, senza alcun costo aggiuntivo. Sì, perché proprio come un qualsiasi altro elettrodomestico, il costo per lo smaltimento è già incluso nel prezzo d’acquisto.

In molti pensano che il pannello fotovoltaico sia fortemente inquinante e impossibile da “smaltire”. La realtà è che un pannello è costituito quasi interamente da materiali riciclabili: il 76% è vetro, l’8% alluminio, il 5% silicio, l’1% rame e il 10% è costituito da materiali plastici. In media circa il 95% del pannello viene riciclato.

 

Con un piccolo investimento, è quindi possibile contribuire ad inquinare di meno e, allo stesso tempo, risparmiare sulla propria bolletta.

 

 

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